L'Harp Guitar (letteralmente chitarra arpa) è stato uno strumento popolare dalla seconda metà del 1800 e fino ai primi anni '30. Dopo alcuni decenni di silenzio questo affascinante strumento sta tornando alla ribalta. La chitarra arpa (o "chitarra-arpa") è uno strumento a corde costruito sulla base di una chitarra, con una storia di ben oltre due secoli. Ci sono diversi strumenti a corda storici indipendenti che sono stati denominati "chitarra-arpa" nel corso dei secoli, la sua definizione più comune è una chitarra, in una qualsiasi delle sue forme accettate, con un numero variabile di altre corde aggiuntive che possono essere suonate a vuoto. La parola arpa è usato in riferimento alla sua sturati corde aperte arpa-like. Una chitarra arpa deve avere almeno una stringa tastati situata al largo della tastiera principale, in genere interpretato come una stringa aperta. Questa famiglia è composta da molte varietà di configurazioni dello strumento. Le corde possono essere aggiunte su un secondo manico o su un prolungamento di una spalla o sirettamente sulla cassa, sia in toanlità più basse che più alte rispetto a quelle standard dello strumento. Di recente molti artisti la stanno riportando in auge. Solo per nominarne alcuni, John Doan con la sua chitarra arpa originale Elliott/Sullivan, Stephen Bennett con la sua Dyer del 1910 dei frateli Larson hanno avuto un ruolo importantissimo nel riportare la chitarra arpa alla conoscenza della scena musicale internazionale. Mentre la maggior parte dei suonatori di chitarre arpa usano strumenti acustici , alcuni di loro si sono cimentati anche con strumenti elettrici . Artisti importanti che hanno suonato chitarre arpa elettriche sono Tim Donahue, Michael Hedges e William Eaton. Chitarristi arpa storici includono i compositori e chitarristi Adam Darr (1811-1866) e Eduard Bayer (1822-1908) e i Virtuosi Italiani Pasquale Taraffo (1887-1937), Mario Maccaferri, e Luigi Mozzani Tedeschi. Virtuosi viennesi e francesi che spesso suonavao strumenti a corde basse aggiuntive includono Carulli, Coste, Giuliani, Mertz, Padovec e Sor. Gregg Miner sulle sue pagine del sito harpguitars.net ha inoltre un'incredibile quantità di informazioni su tutto il mondo della chitarra arpa, da leggere!
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L'ottobasso, è uno strumento ad arco, una specie di colossale contrabbasso a tre corde, alto quasi 4 metri, concepito e costruito dal liutaio francese Jean-Baptiste Vuillaume nel XIX secolo insieme al compositore Hector Berlioz. E' conosciuto anche col suo nome francese: "octobasse". Berlioz ne era entusiasta, tanto da citarlo nel suo trattato di strumentazione e proporne un'uso su ampia scala, suggerendo l'ingresso di almeno tre ottobassi nelle orchestre che superano i 150 strumentisti. Nonostante tali apprezzamenti, lo strumento non si è però mai affermato nell'usuale organico orchestrale; nell'ottocento ne furono costruiti solo 3 esemplari. Attualmente dei tre originari ne sopravvivono solo due, il prino costruito per un privato finì distrutto in un incendio; il secondo è conservato al museo del conservatorio di Parigi (fu costruito per l'esposizione universale); l'altro fu costruito probabilmente per la corte dello zar e dopo varie peripezie è attualmente esposto nell'archivio del Musikverein in Austria. I motivi dello scarso successo in quei tempi sono da imputare probabilmente a causa dell'uso di corde non ottimizzate (diametro eccessivo), inoltre non fu mai affidato a un musicista dedito alla sperimentazione e alla ricerca delle possibili potenzialità. Dagli anni '90 del secolo scorso c'è stata una riscoperta dello strumento grazie al musicista italiano Nicola Moneta. Se ne è fatto costruire uno, copia di quelli di Vuillaume, nel 1995 dal liutaio Pierre Bohr. Si è dedicato allo studio dello strumento ed ha misurato che il suo ottobasso produce una scala cromatica discendente fino al do di 16,35 Hz, una scala più bassa rispetto a quella indicata originariamente da Berlioz. Ha inoltre allestito un sito web dedicato all'ottobasso: http://www.xray.it/octo/ Un'altra particolarità è che il do a 16,35 non è direttamente udibile all'orecchio umano. E' percepibile però tramite i fenomeni deli armonici naturali e del terzo suono di Tartini. Attualmente, otre a quello di Moneta esistono altri 2 octobasse moderni. Il secondo è stato costruito nel 2007 dal liutaio italiano Antonio Dattis, esposto al Musical Instrument Museum di Phoenix, in Arizona. Il terzo invece è di proprietà di Guro Moe, una musicista sperimentale che ha commissionato lo strumento al liutaio tedesco Wolfgang Staab. Per costruire l'octobass di Moe, Staab ha osservato tutti gli esemplari esistenti e ha cercato il miglior legno possibile sulle Alpi, che fosse leggero e durissimo. Per terminare lo strumento (leggermente più grande degli altri esemplari) ci sono voluti 13 mesi, e il primo concerto si è tenuto in una chiesa di Oslo durante l'Only Connect Festival of Sound. "una musica ancora non udita lenì allora l’animo pensoso e malinconico …ne trasse i suoni il dio dei venti di profondo incanto ed è infatti il suo nome arpa eolia. ahimè! quale mano mai toccherà le corde con tanta dolcezza? che arie divine così solenni, e così dolci e tristi faccia librare sugli alti suoni per farle scendere poi giù dentro l’anima?" L'arpa eolia o eolica è uno strumento costituito da una cassa di risonanza su cui sono tese alcune corde di minugia accordate di solito all'unisono; esponendo lo strumento in luogo aperto le corde vibrano liberamente per effetto del vento producendo suoni molto suggestivi. Già conosciuta dagli antichi, cinesi ebrei e indiani, l’arpa eolia fu riesumata verso la metà del Seicento da A. Kircher, ed ebbe nuova voga fra il Settecento e l’Ottocento in Germania e in Inghilterra venendo piazzata spesso in parchi o luoghi pubblici. Si tratta di uno strumento musicale molto particolare nel suo genere, in quanto le corde non vengono fatte vibrare meccanicamente dall'uomo ma dal vento; caratteristica che comporta che le melodie prodotte da un'arpa eolica siano sempre diverse, casuali e molto suggestive. Fryderyk Chopin fu il primo compositore ad ispirarsi a questo strumento (Studi per piano, Opera 25, n.1 in La bemolle maggiore). In tempi più recenti si ispirarono all'arpa eolia Hector Berlioz, Henry Cowell, Giovane Thomas, ed il sassofonista jazz Jan Garbarek, che in una sua registrazione ha usato lo strumento collocato su un fiordo norvegese. Per iniziare credo sià d'obbligo presentarvi lo strumento che ha ispirato il titolo di questo mio nuovo blog, uno degli strumenti più originali e curiosi che la tradizione popolare abbia prodotto. Il putipù è uno strumento musicale formato da una membrana in pelle animale o in tela grossa, una canna (di solito di bambù o semplice canna di fiume) e da una camera di risonanza (di solito in legno o in latta). La canna viene impugnata e frizionata con un movimento verso il basso e la frizione produce il caratteristico suono dalla tonalità bassa. Spesso, per evitare di scorticarsi il palmo della mano, si utilizza un panno umido per sfregare la canna. E' usato nella musica napoletana e, più in generale, nella musica popolare di gran parte del Sud e Centro Italia. Non si tratta di uno strumento a percussione, piuttosto di un tamburo a frizione, classificato infatti come membranofono a frizione. E' conosciuto anche come: "Caccavella", "Spernacchiatore", "Puti-Puti", "Pignato", "Cute-Cute", "Cupello" (da non confondere con l'omonimo paese abruzzese), "Bufù" nel Basso Molise, "Pan-Bomba" (d'origine spagnola), "Cupa-Cupa" (specialmente in Puglia), "Cupi Cupi" in Basilicata (ad esempio a Lauria e nei paesi vicini). Si compone quindi di 3 parti essenziali: canna di fiume o di bambù, membrana e cassa armonica. Come già accennato il suono viene prodotto strofinando la mano bagnata sulla canna mettendo così in vibrazione la membrana tesa. In alternativa si può utilizzare una spugna o uno strofinaccio bagnato per evitare escoriazioni alle mani. Le altezze dei toni variano dunque in funzione della grandezza della cassa e dello spessore della membrana utilizzata. Spesso viene costruito con materiali di recupero molto eterogenei come vecchi tubi, secchi di metallo, botti di legno, barattoli per conserve fino ad arrivare a vasi di terracotta. Anche le membrane utilizzate possono differenziarsi; le più comuni sono di pelle animale (capretto, capra, coniglio ecc.) ma non è raro trovare vere e proprie tovaglie di plastica o simili. Come per altri strumenti popolari le interpretazioni posso essere molto diverse tra loro ed evolvere nel tempo. Infatti è interessante notare come nella nostra regione a volte siano aggiunti dei registri (simili a quelli del tamburello marchigiano) aventi la funzione di tendere o allentare la pelle in funzione delle condizioni climatiche. FONTI: Wikipedia: Putipù, Traballo Tradizione e Ballo |
AutoreMarchigiano, appassionato di musica e tradizioni, ho deciso di aprire questo sito per parlare soprattutto degli strumenti "strani" che ho incontrato durante la mia vita.. ArchivesCategorie
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